Borgo Macereto: tra arte, altitudine e passione per il vino

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Com’è iniziata la vostra avventura/passione nel mondo del vino?

Borgo Macereto esiste come azienda agricola dal 2014 quando la famiglia Foscarini la acquista con l’idea di produrre vini e olio di qualita’, inseguendo i ricordi d’infanzia di una tenuta in Puglia che era della famiglia materna ma proiettandosi al futuro con il desiderio di lasciare ai suoi figli qualcosa che parli di terra, di radici e di impegno costante. Con cura del territorio, prodotti di qualita’ DOCG e IGT.

Quali sono i vostri valori e la filosofia che vi guidano quotidianamente?

Cura del territorio pedemontano, un’agricoltura sostenibile, certificata biologica che tra tradizione e nuove tecnologie sia interprete del territorio che ci ospita cercando di valorizzarlo attraverso i suoi prodotti, produciamo vini DOCG e IGT e olio extravergine di oliva con impegno e passione e un’estetica e cura nelle bottiglie, le nostre etichette sono quadri di un pittore fiorentino, francesco nesi con cui collaboriamo fin dal principio.

Quali vini producete e quali tecniche di vinificazione adottate per valorizzarli?

Produciamo Chianti Rufina DOCG sia Annata che Riserva, oltre a IGT rossi — tra cui il Pinot Nero — e IGT Rosato e Bianco Toscana. Ogni vino nasce da un’attenzione particolare in vigna e in cantina: utilizziamo affinamenti in botti di rovere francese grandi per alcuni IGT e piccole per la Riserva, mentre per il bianco e il rosato impieghiamo la pressatura diretta a temperatura controllata, così da preservarne freschezza e aromaticità.

In che modo il terroir influenza i vostri vini?

Molto perché siamo a circa 500 metri slm a ridosso dell’appennino tosco emiliano e il microclima che abbiamo e’ particolare essendo noi in alto, circondati di foreste, ma con attorno colline più alte che ci riparano e nascondono alla vista, grandi escursioni termiche in estate tra notte e giorno e tanta ventilazione donano uve sane e vini freschi e longevi.

Tradizione e innovazione: come bilanciate questi due aspetti?

Tanta lavorazione manuale in vigna, poco meccanizzata, vendemmia a mano con selezione uve sia in campo che in cantina e una cantina nuova, moderna, con controllo temperature e strumentazioni adeguate a mantenere standard qualitativi alti oltre alla formazione del personale addetto.

Ci sono nuove tecnologie o modalità che avete adottato di recente?

Metodo di potatura simonit e sirch sulle vigne allevate a guyot e stazione meteo per ridurre al minimo i trattamenti in vigna ammessi dal protocollo bio.

Come cercate di coinvolgere attivamente i visitatori?

Con visita cantina e dintorni e raccontandogli come lavoriamo, chi siamo e come la nostra passione per l’arte si ritrova nelle nostre bottiglie.

Come vedete le attuali tendenze del mercato del vino? Ci sono nuovi sviluppi che influenzano la vostra produzione o strategia di marketing?

Stiamo andando con la produzione verso i monovarietali, le nostre docg sono da sempre solo di sangiovese in purezza, ma dal 2023 produciamo anche gamay in purezza sia in rosso che in rosato e dal 2019 anche il pinot nero oltre ad un progetto terraelectae che facciamo in seno al consorzio chianti rufina che va appunto a valorizzare il sangiovese, con la menzione di vigneto, raccolto solo in particelle topografiche selezionate e poi affinato a lungo in barrique per ottenere vini di lunga vita, che si evolvono nel tempo e mantengono le caratteristiche del territorio montano dove siamo, e che tra tannini eleganti e freschezza sprigionano tanti aromi varietali unici.

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