Com’è iniziata la vostra avventura/passione nel mondo del vino?
Le nostre famiglie hanno sempre coltivato uva e prodotto vino privatamente un po’ per passione e un po’ per tradizione. Non vi era la cultura vitivinicola attuale ma la passione nel creare un prodotto che sarebbe stato poi condiviso con amici e parenti e soprattutto sarebbe stato un momento di convivialità con il resto della comunità. Dopo diversi anni lontano dal nostro paese per lavoro, siamo tornati a Chiaromonte e avevamo voglia di vivere in un contesto contadino e di pace immerso nella natura, abbiamo acquistato 12 ettari di terreno costruito la nostra casa e anche grazie all’idea di alcuni amici abbiamo voluto dare valore a quell’antico vitigno autoctono, che è stato presente sulle nostre tavole fin da bambini, ovvero il Guarnaccino impiantando 7 ettari. Abbiamo avviato il processo di riconoscimento del varietale e nel 2013 è stato riconosciuto.
Quali sono i vostri valori e la filosofia che vi guidano quotidianamente?
Il valore più grande per noi è il territorio e i frutti che questa terra ci dona in questo caso i nostri vigneti di Guarnaccino. Sono stati un investimento importante per noi e una grande scommessa un salto anche nel buio… attraverso questo vitigno valorizzare il territorio che per molti è sconosciuto e che vanta tante bellezze ma anche un prodotto unico e di alta qualità.
Che tipi di vini producete? Quali sono le vostre etichette principali?
Produciamo Guarnaccino in purezza ma con lavorazioni diverse. Al momento le nostre etichette sono due Nostos 2023 e Il Nero 2022 entrambi Guarnaccino in purezza ma con affinamenti e annate diverse. Da quest’anno produrremo anche Rosè sempre con Guarnaccino in purezza e un bianco.
Seguite particolari tecniche di produzione che contraddistinguono i vostri vini?
Cerchiamo di produrre vini assecondando la naturale evoluzione e identità dell’uva, è un vitigno con una buona resistenza e un carattere organolettico spiccato e questo ci aiuta nella sua trasformazione limitando al minimo i trattamenti necessari per la sua trasformazione.
In che modo il terroir influenza i vostri vini?
Il terroir è argilloso e in parte roccioso, le viti si sviluppano su un promontorio dove alle pendici vi è un affluente del fiume Sinni, è una zona ventilata e in pendenza intorno vi sono diversi alberi da frutto e ulivi che danno ulteriori caratteristiche e profumi ad un vitigno che già di suo ha un carattere gustativo autentico e deciso.
Tradizione e innovazione: come bilanciate questi due aspetti?
Tradizione e innovazione: come bilanciate questi due aspetti?
L’innovazione è la parola d’ordine costante, il mondo cambia, il mercato cambia, il clima cambia, tutto cambia e restare fermi non aiuta certo un’azienda che ha voglia di fare strada. Per noi innovazione è creare un prodotto di nicchia di qualità che si adatta alle richieste del consumatore senza rinunciare alla nostra identità e che riporti nel calice la tradizione e la cultura del nostro territorio essendo questo un vitigno autoctono esclusivo del nostro paese.
Ci sono nuove tecnologie o modalità che avete adottato di recente?
Di recente no, ma stiamo apportando dei cambiamenti che al momento non ci va di svelare.
Offrite esperienze di degustazione in cantina?
Si, proponiamo degustazioni con passeggiata tra i vigneti.
Organizziamo eventi come aperitivi in vigna e altri appuntamenti che valorizzano il territorio e facciano conoscere i nostri vini.
Come cercate di coinvolgere attivamente i visitatori?
La visita non è statica. Si parte dalla visita in Cantina dove viene spiegato tutto il processo di produzione dalla raccolta all’imbottigliamento. Successivamente facciamo una passeggiata tra i vigneti dove raccontiamo il ciclo vitale delle vigne e soprattutto parliamo del Guarnaccino e alla fine del percorso si arriva nella sala degustazione ovvero un casale dove facciamo assaggiare i vini che produciamo abbinati ad un tagliere di salumi e formaggi anch’essi prodotti da aziende locali.
A che tipi di eventi partecipate?
Preferiamo più l’accoglienza in azienda piuttosto che eventi che in realtà selezioniamo
accuratamente. Borgo Divino ci è piaciuto tra tanti in quanto unisce l’esperienza degustativa alla possibilità di commercializzare anche i vini in location uniche e particolari come i borghi. Questo connubio ci è piaciuto molto. Parteciperemo anche ad alcuni eventi del Merano Wine festival dove i nostri vini sono stati premiati con il Gold e il Red.
Come reputate la vostra esperienza a Borgo diVino in tour?
Come abbiamo già detto, la reputiamo una buona esperienza che ripeteremo.
Come vedete le attuali tendenze del mercato del vino? Ci sono nuovi sviluppi che influenzano la
vostra produzione o strategia di marketing?
Il vino negli ultimi anni si sa… ha avuto un trend positivo e pensiamo che questo continuerà ad avere un seguito negli anni. Cambia l’utenza che diventa sempre più esigente e in cerca di prodotti che abbiamo un carattere distintivo e una qualità. Si beve con più cognizione e le esigenze sono aumentate. Questo ci piace perché pensiamo che il vino sia soprattutto cultura e gusto nonché convivialità sana e genuina.
Quali sono i vostri progetti futuri? Ci sono nuove etichette, varietà di uva o iniziative che state pianificando?
Già da quest’anno stiamo producendo il Rosato che verrà prodotto con Guarnaccino in purezza e una blend di vino bianco. Queste due nuove etichette andranno a fare da contorno alle attuali due in commercio e l’anno prossimo abbiamo già in programma la produzione di una bottiglia di Bollicine a cui stiamo lavorando già da tempo.