Il racconto dei produttori

La lunga tradizione di famiglia di D’Erasmo Vini

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Com’è iniziata la vostra avventura/passione nel mondo del vino?

Vengo da una famiglia che da sempre coltiva vigneti e produce uve oltre ad occuparsi di altre coltivazioni ma mi sono avvicinato nello specifico al mondo del vino quasi per caso, decidendo di intraprendere nel mio percorso di studi il corso di specializzazione in Viticoltura ed Enologia all’Istituto Tecnico Agrario di Ascoli Piceno. Da lì la ma passione per questo mondo è cresciuta sempre di più, ho proseguito il mio percorso all’Università degli Studi di Udine alla facoltà di Viticoltura ed Enologia e successivamente ho completato la mia formazione frequentando la Magistrale in Scienze e Tecnologie Agrarie. Nel mentre le varie esperienze vissute in diverse cantine italiane hanno fatto sì che mi innamorassi sempre di più di questo mondo fino a prendere la recente decisione di cimentarmi nella mia personale produzione di vino.

Quali sono i vostri valori e la filosofia che vi guidano quotidianamente?

La mia famiglia abbraccia da sempre il metodo di produzione biologico che copre integralmente la nostra produzione, adottiamo inoltre pratiche che, nel nostro piccolo, sono volte alla sostenibilità ambientale come ad esempio la preservazione di zone di rifugio per gli insetti utili ed il compostaggio al fine di aumentare la sostanza organica nel terreno. Il tutto in sintonia con la mia filosofia di produzione artigianale, mi occupo infatti personalmente della produzione dei vini dall’impianto delle viti fino all’ottenimento della bottiglia finita.

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Che tipi di vini producete? Quali sono le vostre etichette principali? 

Proponiamo tre etichette: un Offida Pecorino DOCG, un Marche Sangiovese IGT, ed un Marche Rosato IGT sempre a base Sangiovese. Sono tutti prodotti in purezza in quanto la lavorazione che adottiamo è volta a valorizzare ed esprimere al massimo quello che è il patrimonio organolettico varietale dei vitigni autoctoni che coltiviamo, da qui la decisione di non tagliare con altre varietà che influissero sulla cultivar predominante.

Seguite particolari tecniche di produzione che contraddistinguono i vostri vini?

La raccolta manuale è la base fondamentale che ci permette di selezionare i grappoli migliori. Le uve vengono riposte con cura in casse le quali poi vengono pre-refrigerate per diverse ore prima della pigiatura. Successivamente la fermentazione e l’affinamento proseguono in vasche di cemento che proteggono il vino da sbalzi termici esterni che sarebbero deleteri per la loro corretta evoluzione. Durante i mesi di affinamento rimettiamo periodicamente in sospensione le fecce in modo che queste conferiscano maggiore complessità ai nostri vini.

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In che modo il terroir influenza i vostri vini?

Coltiviamo le varietà a bacca bianca in un appezzamento a Ripatransone, a pochi minuti dalla cantina, molto fresco grazie all’esposizione e al particolare microclima e ciò ci aiuta a preservare gli intensi profumi di queste uve. Inoltre il terreno su cui è impiantato il Pecorino è caratterizzato da macchie calcaree che conferiscono freschezza e sapidità al vino che ne deriva.

Le cultivar a bacca rossa si trovano invece ad Offida nei terreni circostanti la cantina. Si tratta di terreni prettamente argillosi che conferiscono struttura ed eleganza ai nostri rossi, con una buona esposizione assolata che ne assicura la perfetta maturazione zuccherina e fenolica. Inoltre la zona è sempre molto ventilata e questo ci aiuta a proteggerci in maniera naturale da patogeni fungini che senza la dovuta umidità non riescono ad attaccare le piante.

Tradizione e innovazione: come bilanciate questi due aspetti?

Come enologo mi piace dare sempre uno sguardo al futuro e a ciò che lo studio e la ricerca ci regalano per poter migliorare il mio lavoro. Rimane però indissolubile il legame con la terra e la nostra storia, oltre alla tradizionale raccolta manuale che come già detto rimane un punto fermo, il ritorno alle vasche in cemento che venivano tradizionalmente impiegate in passato per la vinificazione ne è la dimostrazione. Non manca poi la ricerca di piccoli tesori del nostro territorio andati persi: stiamo puntando sul recupero e la valorizzazione di un vitigno autoctono delle Marche, la Garofanata, che nel tempo era stato sostituito da altre varietà e che ha invece un grande potenziale, regalandoci vini di grande espressione. Abbiamo realizzato un nuovo impianto proprio con questa varietà a bacca bianca nel 2023 e non vediamo l’ora che entri in produzione aggiungendosi alle etichette già presenti.

Offrite esperienze di degustazione in cantina? 

A breve sarà possibile poter degustare su prenotazione i nostri vini in accompagnamento a formaggi, salumi ed altri prodotti locali, inoltre vi è la possibilità di visitare la cantina per conoscere qualche dettaglio in più su come lavoriamo ed otteniamo i nostri prodotti e pernottare presso le camere presenti nella struttura.

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